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Created on Wednesday, 09 March 2011 15:12 | Written by Administrator | | | Hits: 3140
Vaffanxxx
Created on Monday, 14 February 2011 10:13 | Written by Administrator | | | Hits: 3102
Desire for servitude
Created on Friday, 21 January 2011 12:38 | Written by Administrator | | | Hits: 3375
Cari amici, non sempre chiari compagni; cari avversari, non invisibili agenti e spie; non chiari ma visibili nemici. Sapete chi sono. Non sono mai stato né volteriano né liberista di fresca convinzione. Spero di non dover mai stringere la mano né a Sgarbi né a Ferrara né ai loro equivalenti oggi esistenti anche nelle file dei progressisti. Non l ho fatto per mezzo secolo. Perché dovrei farlo ora? Nessuna unità anni Trenta. Meglio la destra della Pivetti.
Ognuno preghi i propri santi e dibatta con gli altrui. Tommaso dAquino, Marx, Pareto, Weber, Croce e Gramsci mi hanno insegnato che la libertà di espressione del pensiero, sempre politica, è sempre stata allinterno della cultura dominante anche quando la combatteva. Tuttintorno ai suoi confini, però, cerano, lungo i secoli, miliardi di analfabeti, inquisizioni mistiche o, a scelta, grassi doberman accademici, reparti speciali di provocatori incaricati di picchiare i tipografi e distruggere i manoscritti.
Ci sono manuali per luso della calunnia nel management della comunicazione, lupare bianche, colpi alla nuca; o, nel più soave e incruento dei casi, la damnatio memoriae, il nome omesso o deformato, la associazione indiretta con qualche notorio cialtrone.
Ma ci sono momenti in cui il solo modo serio di dire noi è dire io. La prima persona, quel qualcosa che viene dopo la firma. Questo è uno di quei momenti.
Bisogna spingere la coscienza agli estremi. Dove, se cè, cè ancora per poco. Quando non si spinge la coscienza agli estremi, gli estremismi inutili si mangiano lucidità e coscienza.
Chi finge di non vedere il ben coltivato degrado di qualità informativa, di grammatica e persino di tecnica giornalistica nella stampa e sui video, è complice di quelli che lo sanno, gemono e vi si lasciano dirigere. Come lo fu nel 1922 e nel 1925.
Non fascismo. Ma oscura voglia, e disperata, di dimissione e servitù; che è cosa diversa. Sono vecchio abbastanza per ricordare come tanti padri scendevano a patti, allora, in attesa che fossero tutti i padri a ingannare tutti i figli. Cerchiamo almeno di diminuire la quota degli ingannati. Ripuliamo la sintassi e le meningi. Non scriviamo un articolo al giorno ma impariamo a ripeterci, contro la audience e i contratti pubblicitari. Diamo esempi di cattiveria anche a quei lavoratori che dai loro capi vengono illusi di battersi attraverso le strade con antichi striscioni e poi, nel buio della Tv, ridono alle battute dei pagliaccetti di Berlusconi.
Lungo canali di storica vigliaccheria mascherata di bello spirito i colleghi della comunicazione stanno giorno dopo giorno cambiando o lasciando cambiare i connotati dei quotidiani; in attesa che se ne vadano quei pochissimi direttori che non hanno già concordato o conciliato.
Quanto a me, solo l età mi scampa dal dovermi dimettere. Mai come oggi, credo, il massimo della flessibilità tattica del politico vero dovrebbe andar daccordo con la rigidità delle scelte di fondo. Un modesto zapping basta a capire che è inutile declamare estremisticamente, come ora sto purtroppo facendo.
Bisogna dire di no; ma cè qualcosa di più difficile e sto cercando di farlo: dire di sì in modo da non nascondere il no di fondo; se si crede di averlo e saperlo.
Pagare di persona, secondo le regole del finto mercato che fingiamo di accettare: ossia dimettersi o costringere altrui alle dimissioni, ritirare o apporre le firme e le qualifiche e il proprio passato, affrontare sulla soglia di casa o di redazione le bastonature fisiche o morali già in scadenza.
Anni fa scrissi, enfaticamente, che il luogo del prossimo scontro sarebbero state le redazioni. Quel momento è venuto, il luogo è questo.
Chi tiene famiglia, esca. Chi ha figli sappia che un giorno essi guarderanno con rispetto o con odio alle sue scelte di oggi.
Scade il primo semestre di chi ha preso il potere, come tanti altri, legalmente, coi voti di un terzo degli elettori, ossia giocando con la manovra della informazione e la debilita culturale ed economica di tanti nostri connazionali e, perche no, con la nostra medesima.
Cari amici, non sempre chiari compagni; cari avversari, non sempre invisibili agenti e spie; non chiari ma visibilissimi nemici, vi saluta un intellettuale, un letterato, dunque un niente. Dimenticatelo se potete.
Created on Thursday, 16 December 2010 12:04 | Written by Administrator | | | Hits: 3223
Lo sapevate che l'inceneritore non va?
Created on Thursday, 18 November 2010 11:53 | Written by Administrator | | | Hits: 3203
Ma lo sapevate che i lavori per ledificazione del nuovo mega inceneritore sono partiti e vanno a gonfie vele?
Ma lo sapevate che i costi previsti sono già lievitati alla stragrande?
Siamo passati dai 75 milioni di Euro agli attuali 122!
Ma lo sapevate che presumibilmente il mega inceneritore sarà terminato nel 2014?
Ma lo sapevate che non servirà più ad un tubo e che appena terminato bisognerà già pensare a modernizzarlo?
Ma lo sapevate che non ci sarà materiale sufficiente da incenerire in quel colosso e che compreremo monnezza da altri luoghi per poterne giustificare la sua costruzione?
Ma lo sapevate che in Veneto esiste una ditta che è stata messa in piedi con la spesa di 1 milione di euro e che trasforma tutto ciò che viene buttato in un cassonetto in un materiale plastico assolutamente utilizzabile in migliaia di ambiti e che è assolutamente nuovamente riciclabile al 100%?
Ma lo sapevate che buttiamo un sacco di milioni di euro solo perché qualcuno dietro incasserà una vagonata di soldi e li guadagnerà sfruttando un investimento pagato da tutti?
Ma lo sapevate che quando il mega inceneritore produrrà un inquinamento lento ma risoluto e che dovremo dire addio ad aria salubre e incontaminata visto che quella schifezza se la mangerà la nostra salute?
Ma non lo sapevate?
Ma non lo sapevate perché non vi interessa?
Ma allora scusate il disturbo!
Marco Gandini
lettera pubblicata sul quotidiano Alto Adige il 17.11.2010